A seguito dell’iniziativa portata avanti da Artisti 7607 in merito alla liquidazione dell’IMAIE, in data 19 luglio 2022 il Tribunale civile di Roma, Sezione Fallimentare, ha emesso un’ordinanza che dà ragione ad Artisti 7607 e non approva il bilancio finale di liquidazione depositato dai Commissari Liquidatori.
Come noto e ricordato anche nell’Ordinanza del Tribunale al momento dell’estinzione dell’Imaie, nelle casse dell’istituto, c’erano 142.124.683 milioni: la parte che spettava agli artisti dell’audiovisivo, che nel corso degli anni non erano stati rintracciati dall’Istituto, era pari a 69.876.437 milioni.
Durante la lunga procedura di liquidazione iniziata nel 2010, Imaie in Liquidazione, al fine di rintracciare gli artisti, dopo essersi inizialmente avvalso della consulenza di Seacon, il 3 giugno 2014 ha stipulato un contratto, retribuito, con Nuovo Imaie “con il quale Nuovo IMAIE si impegnava a svolgere l’attività di individuazione e calcolo del dovuto agli artisti interpreti ed esecutori” e che prevedeva che “nel caso di impossibilità di individuazione di detti artisti, Nuovo IMAIE certificherà tale circostanza unitamente alle ricerche effettuate, indicando e computando gli importi totali nonché per ciascuna opera, diritto utilizzatore e periodo”.
In merito alla consulenza di Nuovo IMAIE, l’Ordinanza conclude affermando che “(…) la ricerca di individuazione degli AIE non è stata completa né efficiente poiché non si è proceduto, dopo aver accertato la mancanza di dati, ad una verifica ulteriore e più approfondita da effettuarsi secondo le modalità che gli stessi Commissari avevano previsto e cioè al reperimento, a spese di Nuovo Imaie, delle banche dati e delle anagrafiche non presenti nel proprio database (…)”. “Risulta, invece, che la ricerca dell’individuazione degli AIE non individuati è avvenuta secondo un’operazione di ‘matching automatico’ (incrocio dati) anziché attraverso una verifica approfondita e ritenuta necessaria dagli stessi Commissari”
Considerando che nel corso della procedura sono stati attribuiti al settore audiovisivo crediti per importi pari a 36.068.104 milioni, risulta che gli AIE del settore audiovisivo non siano stati ancora attribuiti crediti per 33.808.332 milioni.
Inoltre, sempre secondo quanto si legge nell’Ordinanza del Tribunale, il Nuovo IMAIE, non avendo rispettato la procedura prevista a pena di decadenza dai Commissari liquidatori per il reclamo delle somme dovute agli artisti per il tramite delle collecting di riferimento, “non è legittimato ad incassare i crediti prescritti ex art. 185, secondo comma, del decreto rilancio per conto degli aventi diritto” suoi mandanti.
Per questa ed altre ragioni legate a rilevanti voci di spese e consulenze non chiaramente identificate e giustificate, oltre errori, duplicazioni e omissioni presenti nel bilancio, il Tribunale non ha approvato l’ultimo piano di riparto.
È tutto da rifare. Pertanto le comunicazioni che gli artisti stanno ricevendo o riceveranno da Nuovo Imaie non possono che ritenersi un tentativo di rimediare al fatto che l’ente aveva rivendicato, per i propri mandanti, in maniera non conforme a quanto disposto dai Commissari Liquidatori e, in merito a eventuali importi indicati, si deve ritenere che non rappresentino i reali crediti maturati dagli artisti.
Artisti 7607 è in attesa di chiarimenti da parte del Tribunale e dei Commissari Liquidatori su una liquidazione iniziata 13 anni fa come passiva e che invece, a fronte di oltre 9 milioni spesi per consulenze, vede un residuo di diverse decine di milioni di euro che appartengono a tutti gli artisti dell’audiovisivo che sono ancora in attesa di conoscere quanto effettivamente gli spetta.