L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle professioni artistiche sta diventando sempre più centrale e desta molta preoccupazione. Grandi aziende stanno investendo miliardi di dollari nello sviluppo di queste applicazioni, facendo razzia dal web di dati personali, immagini e video senza chiedere il consenso degli artisti. Parliamo di miliardi di dati con cui addestrano i loro sistemi.
Infatti, di fronte a questo crescente e illecito sfruttamento l’Unione Europa ha approvato lo scorso aprile l’AI ACT. Questo regolamento ribadisce che per utilizzare i nostri dati e le nostre opere, queste aziende devono rispettare la normativa sul copyright e devono chiedere il consenso dei titolari. Tutto quello che è avvenuto finora è illegale e queste aziende ne erano perfettamente consapevoli. Si tratta di un vero e proprio furto della nostra identità e delle nostre prestazioni professionali. Alcuni gruppi editoriali hanno già avviato contenziosi legali verso queste aziende chiedendo il risarcimento dei danni subiti.
Per questa ragione negli ultimi mesi diverse società di produzione stanno inserendo apposite “clausole AI“ nei contratti per gli artisti. Qualcuno di voi ha già avuto modo di constatare che prevedono la cessione generalizzata dei diritti di utilizzo del proprio volto o della propria voce per addestrare applicazioni AI. In tal modo, e grazie al vostro consenso, le società di produzione si tutelano da possibili azioni legali e possono utilizzare o vendere a terzi i vostri dati. Tutto ciò senza corrispondere agli artisti alcuna remunerazione specifica e aggiuntiva.
Artisti 7607 sta avviando una campagna per sensibilizzare la nostra categoria affinché si possa fare fronte comune ed impedire ai produttori di far sottoscrivere queste clausole. Da poche settimane il Governo ha avviato l’esame della proposta di legge in materia di AI e sarà quindi importante far sentire la nostra voce nelle sedi istituzionali.
Nel frattempo vi suggeriamo di prestare attenzione, con l’aiuto dei vostri legali, ai contratti che vi verranno sottoposti d’ora in avanti. Chi dice che è tutto inutile, che ormai è troppo tardi, dice una cosa sbagliata e infondata.
Vogliamo precisare che questa non è una battaglia contro il progresso tecnologico ma un’azione indispensabile contro lo sfruttamento abusivo del nostro lavoro. Se un’artista decidesse liberamente di cedere questi diritti dovrebbe ricevere un compenso adeguato e proporzionato per questa specifica cessione, che è ulteriore alla prestazione richiesta.